Ipotesi di restauro statico chiesa santa maria del suffragio chiesa delle anime sante

Ipotesi di restauro statico chiesa santa maria del suffragio chiesa delle anime sante

Posted by luigipetti in Historical Masonry Structures 21 Sep 2014

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La Chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta dal popolo “delle Anime Sante”, è un edificio religioso settecentesco della città de L’Aquila, sito in piazza Duomo. L’inizio della sua ricostruzione, a cura della Confraternita del Suffragio, risale al 20 giugno 1713, allorché il terremoto del 1703 danneggiò gravemente la loro sede storica sita in via Roio.

 

Foto1

Foto1 – Facciata Principale della Chiesa di Santa Maria del Suffragio

 

La costruzione della fabbrica fu eseguita in tre principali fasi costruttive, alternate da lavorazioni di rifinitura e decorazioni secondo le disponibilità finanziarie della Confraternita. In particolare, la prima fase interessò l’edificazione vera e propria della chiesa, realizzando le strutture, su progetto di Carlo Buratti, in quattro anni (1715-1719). Nel 1726 la chiesa era dotata delle quattro cappelle laterali ed era già operativa. Nella metà del ‘700 si lavorava in maniera discontinua sugli apparati decorativi fissi, nel 1746 vengono montati i due altari principali del transetto recuperati dalla chiesa precedente.

 

Foto 2 - Pianta del Vandi 1753. La chiesa disegnata in pianta è ancora priva di facciata

Foto 2 – Pianta del Vandi 1753.
La chiesa disegnata in pianta è ancora priva di facciata

 

Nella seconda fase, periodo tra i l 1770 e il 1775, fu eretta la facciata, utilizzando pietre bianche di Poggio Picenze su disegno di Francesco Leomporri. L’elegante cupola della chiesa in pieno stile neoclassico venne aggiunta alla chiesa nella prima metà del XIX secolo. Il progetto viene generalmente attribuito a Giuseppe Valadier (Signorini, 1848), se pur non risultano documenti risalenti alla sua costruzione.

La chiesa è stata oggetto di un intervento di restauro interno e di consolidamento nel 2003-2004, e nel 2008. La cupola era stata già oggetto di consolidamento nel 1998, prevedendo la realizzazione di una cappa in cemento ed il rifacimento funzionale del manto di copertura.

L’evento del 2009 ha senza dubbio rimarcato l’importanza di un piano di manutenzione dell’intero complesso monumentale. La chiesa, infatti, è stata più volte soggetta a scosse sismiche.

 

ANNO Mese Giorno LOCALITA’ EPICENTRO LAT .  LONG . MSP MAW
1328 12 1 NORCIA 42,856 13,018 6,44 6,44
1349 9 9 AQUILANO 42,17 13,38 6,46 6,46
1461 11 26 AQUILANO 42,31 13,543 6,46 6,46
1599 11 5 CASCIA 42,719 13,015 5,77 5,82
1627 7 ? ACCUMOLI 42,694 13,248 5,27 5,37
1639 10 7 AMATRICE 42,64 13,252 6,26 6,26
1702 10 18 NORCIA 42,833 13,083 4,99 5,17
1703 1 14 APPENINO REATINO 42,68 13,12 6,81 6,81
1703 2 2 AQUILANO 42,47 13,2 6,65 6,65
1716 10 4 CASCIA 42,75 13 4,99 5,17
1719 6 27 ALTA VALNERINA 42,892 13,031 5,2 5,32
1730 5 12 NORCIA 42,752 13,117 5,82 5,85
1750 2 1 L’AQUILA 42,356 13,396 4,8 5,03
1760 1 M. TERMINILLO 42,5 13 4,99 5,17
1762 10 6 AQUILANO 42,3 13,58 5,89 5,9
1786 7 31 L’AQUILA 42,356 13,396 5,01 5,18
1791 1 L’AQUILA 42,356 13,396 5,27 5,37
1815 9 3 NORCIA 42,756 13,054 5,27 5,37
1859 8 22 NORCIA 42,825 13,097 5,59 5,7
1879 2 23 SERRAVALLE 42,766 13,043 5,05 5,22
1882 5 26 CASCIA 42,7 13 4,8 5,03
1883 11 7 ACCUMOLI 42,671 13,255 4,96 5,15
1903 11 2 VALNERINA 42,794 13,074 4,8 5,03
1904 2 24 MARSICA 42,1 13,32 5,54 5,67
1910 12 22 ACCUMOLI 42,7 13,25 4,99 5,17
1915 1 13 AVEZZANO 42,01 13,53 6,99 6,99
1916 4 22 AQUILANO 42,294 13,396 5 5,18
1916 11 16 CITTAREALE 42,617 13,15 5,43 5,48
1938 8 12 M. GIANO 42,467 13,2 4,77 5,01
1950 3 12 ACCUMOLI 42,7 13,25 4,99 5,17
1950 9 5 GRAN SASSO 42,52 13,657 5,64 5,73
1951 8 8 MONTI DELLA LAGA 42,7 13,546 5,14 5,28
1957 4 11 VALLE DEL SALTO 42,256 13,079 5,01 5,18
1958 6 24 AQUILANO 42,34 13,477 4,99 5,17
1960 3 14 MARSICA 42,037 13,266 4,99 5,17
1961 10 31 ANTRODOCO 42,407 13,064 4,94 5,13
1964 8 2 PRECI 42,835 13,036 5,36 5,44
1979 9 19 VALNERINA 42,72 13,07 5,88 5,9

Tabella 1 – ELENCO DEI SISMI RELATIVI ALL’APPENNINO UMBRO-REATINO-ABRUZZESE, con MSP uguale o maggiore di 4,70 FONTE: Stucchi et al . (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04

 

L’evento del 2009 ha prodotto la riapertura di alcuni meccanismi di danni in corrispondenza della facciata e, soprattutto, il collasso della cupola. In particolare, la facciata, risalente al 1770, si è “staccata” dalla navata con l’attivazione di un meccanismo di ribaltamento, mettendo in pericolo anche il “rosone” .

L’intervento di messa in sicurezza, a seguito dell’evento sismico, è consistito nella disposizione di tiranti realizzati con fasce in fibra sintetica e cavi in acciaio armonico ancorati alle murature retrostanti e pretensionati con tenditori.

 

Foto 3 - Disposizione di tiranti con fasce in fibra sintetica e cavi in acciaio armonico ancorati alle murature retrostanti e pretensionati con tenditori e particolare del “rosone”

Foto 3 – Disposizione di tiranti con fasce in fibra sintetica e cavi in acciaio armonico ancorati alle murature retrostanti e pretensionati con tenditori e particolare del “rosone”

 

Il danno maggiore, pur tuttavia, è rappresentato dal collasso parziale della cupola e del tamburo di supporto della stessa, collasso accentuato dal crollo della soprastante lanterna. L’intervento di messa in sicurezza, a seguito dell’evento sismico, è consistito nella collocazione di un ombrello in carpenteria metallica a protezione delle murature superstiti.

 

Foto 4 – La foto a sinistra riporta la cupola prima del sisma, mentre la foto a destra riporta il crollo e la collocazione dell’ombrello in carpenteria metallica

Foto 4 – La foto a sinistra riporta la cupola prima del sisma, mentre la foto a destra riporta il crollo e la collocazione dell’ombrello in carpenteria metallica

 

Di seguito si riportano i principali danni che ha subito la Chiesa di Santa Maria del Suffragio a seguito del terremoto aquilano del 2009.
Il danno maggiore è in corrispondenza dell’area del transetto, dove si è registrato il crollo completo della Lanterna e di parte della Cupola. La lettura del danno ipotizza un meccanismo il cui innesco è stato prodotto dal collasso della Lanterna, causato dalle componenti sismiche verticali ed orizzontali, collasso che ha compromesso la stabilità della sottostante Cupola con il crollo di ampie porzioni della stessa nel susseguirsi della sequenza sismica del ‘09.

 

Foto 5 – Crollo dei maschi murari costituenti il Tamburo

Foto 5 – Crollo dei maschi murari costituenti il Tamburo

 

Tale danno ha interessato parte dei maschi murari costituenti il Tamburo con crolli parziali e sensibili fuori piombo, tanto da richiedere un importante intervento di messa in sicurezza immediatamente dopo l’evento sismico.
In corrispondenza del transetto, l’arco trionfale evidenzia la riattivazione di un meccanismo di danno, probabilmente pregresso, con l’esplicitazione di una profonda lesione in chiave.
In corrispondenza della facciata si legge un meccanismo di ribaltamento a due cerniere la cui fragilità è accentuata nella parte bassa dallo scarso ammorsamento della stessa con i setti ortogonali. Per la parte alta, dove si riconosce una ulteriore cerniera cilindrica ad asse orizzontale, è evidente l’assoluta vulnerabilità al ribaltamento fuori dal piano della parte di facciata che si protende al di sopra del livello di copertura. Tale fenomeno ha comportato, peraltro, il parziale distacco delle sculture in bassorilievo in sommità della Facciata.
In corrispondenza delle pareti, ed in particolare al livello del sottotetto, si evidenziano quadri fessurativi che denotano un generale scarso ammorsamento delle stesse ai maschi murari e tra le pareti stesse. Il quadro dei dissesti ed i meccanismi e macro-meccanismi di danno individuati trovano riscontro nelle analisi condotte sia in ambito dinamico, analisi modali, che statico equivalente, analisi dei macromeccanismi.

 

Foto 6 - Disposizione in pianta delle stazioni di registrazione e dell’epicentro del sisma del 2009

Foto 6 – Disposizione in pianta delle stazioni di registrazione e dell’epicentro del sisma del 2009

 

Foto 7 - Spettri polari relativi alla stazione di registrazione AQG

Foto 7 – Spettri polari relativi alla stazione di registrazione AQG

Proposta di un intervento di restauro statico e consolidamento sismico

La proposta progettuale descritta si fonda sui principi del restauro descritti nella Carta di Venezia e richiamati nelle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio simico del patrimonio culturale allineate alla nuove Norme Tecniche per le Costruzioni” (Circolare n. 26/2010). In particolare si propongono interventi diffusi di messa in sicurezza e ripristino locale degli elementi strutturali tali da non alterare i meccanismi di comportamento statico e dinamico della fabbrica nel suo complesso e lasciare perlopiù intatte le caratteristiche materiche e la morfologia strutturale delle compagini murarie originarie.

Gli interventi di consolidamento prevedono:

  • Messa in opera di interventi di pre-consolidamento degli stucchi e degli intonaci per consentire la corretta conservazione degli aspetti architettonici;
  • Interventi di incatenamento della facciata, dei maschi murari e degli archi;
  • Ricostruzione del tamburo e della cupola in corrispondenza del transetto;
  • Ricostruzione della Lanterna con disaccoppiamento della risposta sismica della stessa da quella della Cupola mediante isolamento sismico.

Considerato, inoltre, lo spirito dell’intervento di messa in sicurezza, che ha voluto ridare funzione alla chiesa, l’ipotesi di intervento ha previsto una organizzazione e gestione del Cantiere tale da assicurare la compatibilità delle fasi lavorative con lo svolgimento delle funzioni religiose durante tutto l’arco temporale di messa in opera degli interventi.

Facciata

L’ancoraggio tra la facciata ed i maschi murari ad essa ortogonali è realizzato mediante catene con barre in acciaio INOX e fasce in SRG che consentono molteplici vantaggi tra cui: riduzione dell’invasività e controllo della durabilità dell’intervento. La metodologia prevista consente una elevata semplicità di messa in opera operando sostanzialmente dall’esterno della Chiesa dai ponteggi e dalle strutture temporanee.

Foto 8 - Ancoraggio tra la facciata ed i maschi murari

Foto 8 – Ancoraggio tra la facciata ed i maschi murari

 

All’interno della chiesa è prevista la sola realizzazione degli scassi sugli intonaci per la disposizione dei capochiave per le catene realizzate in barre INOX e l’iniezione dei fori che avranno leggera inclinazione verso il basso dall’interno verso l’esterno. La metodologia di incatenamento consente inoltre una minor impatto sulla paramento esterno della Facciata, dovendo anche qui prevedere l’alloggiamento di un solo capochiave in corrispondenza di ciascuna catena.
Il meccanismo di ribaltamento del timpano in corrispondenza della facciata della chiesa è controllato, invece, dall’applicazione di fasce in tessuto d’acciaio del tipo SRG che armano sostanzialmente la muratura.
I piedritti in corrispondenza degli archi presenti nel transetto sono consolidati mediante incatenamenti inclinati realizzati con barre in acciaio INOX, predisposti in modo da cucire i meccanismi di taglio indotti su tali elementi dalle spinte degli archi.

 

Foto 9 – Consolidamento piedritti in corrispondenza degli archi presenti nel transetto

Foto 9 – Consolidamento piedritti in corrispondenza degli archi presenti nel transetto

 

Tamburo
Gli interventi di consolidamento e ricostruzione del Tamburo sono previsti a valle del consolidamento dei maschi, delle pareti e degli archi in prossimità del Transetto.

 

Foto 10 – Crollo dei maschi murari costituenti il Tamburo

Foto 10 – Crollo dei maschi murari costituenti il Tamburo

 

La particolare configurazione dello stato di danneggiamento e la presenza di un presidio di messa in sicurezza consentono di operare non solo dal basso (con l’impiego di un piano di lavoro che sarà realizzato mediante un graticcio di travi HE che si poggia sulle aperture del Tamburo e costituisce appoggio per l’impalcatura esterna), ma anche dall’alto (opportuna predisposizione di una gru).

 

Foto 11 – Schema dell’appoggio per le impalcature costituito da un graticcio di travi HE disposto sulle aperture del Tamburo

Foto 11 – Schema dell’appoggio per le impalcature costituito da un graticcio di travi HE disposto sulle aperture del Tamburo

 

Anche per il Tamburo sono previste preliminarmente opere di preconsolidamento degli intonaci e degli stucchi.
La ricostruzione delle parti mancanti è prevista mediante il riuso, per quanto possibile, dei materiali risultanti dal crollo originario integrati da materiali lapidei di identica qualità e consistenza, prevedendo la messa in opera degli stessi con tecnologie analoghe a quelle classiche.

 

Foto 12 – Schematizzazione dei danni e  dei crolli delle parti murarie costituenti il Tamburo

Foto 12 – Schematizzazione dei danni e dei crolli delle parti murarie costituenti il Tamburo

 

A tal fine, dopo le operazioni di appiombatura, la ricostruzione ed i collegamenti tra le parti in sede avverrà mediante operazioni preliminari di scuci-cuci che, nel caso degli elementi ricostruiti, vedrà anche la messa in opera di barre in acciaio INOX, inghisate nella muratura esistente, per aumentare l’efficacia dell’ammorsamento.

 

Foto 13 – Consolidamento del Tamburo

Foto 13 – Consolidamento del Tamburo

 

Cupola
Per la ricostruzione della Cupola è stato previsto un sistema di isolamento della struttura della Lanterna da quella sottostante della Cupola mediante isolatori del tipo Wire Rope. Questa particolare strategia di protezione sismica nasce dalla costatazione che il comportamento dinamico della Lanterna può essere sostanzialmente disaccoppiato da quello della Cupola con concreti benefici sulla risposta di entrambi. Infatti, l’analisi del comportamento che ha portato al collasso della Lanterna e, quindi, della Cupola, evidenzia l’innesco di azioni verticali di trazione e compressione su lati opposti dell’anello superiore della Cupola a causa del momento di ribaltamento che nasce alla base della Lanterna per le azioni sismiche orizzontali sulla stessa.

 

Foto 14 – Ricostruzione della Cupola

Foto 14 – Ricostruzione della Cupola

 

La strategia dell’isolamento sismico consente di disaccoppiare il moto sismico della Lanterna da quello della Cupola, entrambi considerabili a tal fine come corpi sostanzialmente rigidi per le analisi. In particolare, l’introduzione di isolatori a molle elicoidali, del tipo Wire Rope, consente spostamenti sia orizzontali, in ogni direzione, che verticali e, l’innalzamento del periodo proprio di vibrazione che ne consegue della Lanterna comporta una forte riduzione delle azioni inerziali sulla stessa. Gli spostamenti relativi tra la Lanterna e la Cupola saranno inoltre regolati dalla presenza di pani in neoprene posti in corrispondenza di alcuni isolatori il cui fine è quello di assicurare un adeguato smorzamento in corrispondenza di tale interfaccia.
Costruttivamente l’isolamento è ottenuto predisponendo gli isolatori tra due anelli in acciaio, uno inferiore di interfaccia con la Cupola ed uno superiore di interfaccia con la base della Lanterna. In tal modo si ha anche la possibilità di realizzare la Lanterna a piè d’opera e il giunto che si realizza, considerata l’ampiezza verticale minima dello stesso, non è visibile.
Nell’ambito della ricostruzione della Cupola, è prevista inoltre la predisposizione di catene realizzate con fasce in fibra di vetro che presentano coefficienti di dilatazione termica comaptibili con quelli dei materiali in sito. Tali fasce sono previste anche per il consolidamento delle volte, mediante disposizione a croce di Sant’Andrea all’estradosso delle stesse. L’ancoraggio di tali fasce è assicurato con fiocchi in fibra di vetro da “inghisare” nelle murature perimetrali.

 

Foto15

Foto 15 – Consolidamento delle volte